Trent’anni dopo il saggio di Asha Phillips (I no che aiutano a crescere) ecco un altro libro che ci auguriamo abbia simile successo e che introduce il tema dell’educazione e della didattica.
Tutta la prima parte volta ad identificare, dati alla mano, l’anno 2010 come un momento di svolta per il disagio psicologico giovanile.
Studio basato su dati di provenienza Americana, ma il disagio è ragionevolmente esteso almeno a tutto il mondo occidentale. Malattie mentali, suicidi, ricoveri psichiatrici, tasso di autolesionismo, tutto il mondo delle malattie mentali giovanili prende una decisa accelerazione dal 2010 in poi.
Nella seconda parte l’autore propone una correlazione tra l’introduzione del primo smartphone sul mercato (Giungo 2007) ed il successivo incremento dei danni descritti nei capitoli precedenti, proponendo alcune spiegazioni della sua teoria. In sostanza l’autore insiste sugli effetti che hanno variato le metodologie di apprendimento dal 2007 in poi, facendo anche riferimento alla modellizzazione delle tematiche cognitive basate sui periodi sensibili. Non ultimo l’effetto che i social hanno indotto sulle abitudini genitoriali, nel sottovalutare i pericoli cui sono esposti i figli una volta abbandonati senza adeguata sorveglianza in questo nuovo ambiente virtuale. Si approfondisce il concetto di periodo sensibile analizzando nel dettaglio le fasi della crescita dall’infanzia, alla pubertà, all’età adulta.
Nella terza parte invece, si calca la mano sullo smartphone, l’arma del delitto, descrivendo nei dettagli i danni che questo provoca se male utilizzato. ll libro si conclude con un ragionamento su cosa sia possibile fare adesso, come genitori.
In conclusione un libro da leggere, mirabile la parte dedicata ai periodi sensibili di apprendimento, che semplificando spiega che i concetti di un percorso di apprendimento possono essere capiti e imparati solo in determinati momenti della crescita di un individuo, prima è inutile, ma dopo è troppo tardi.